Giornata uggiosa, grigia… il maltempo è arrivato e ora so che questo sarà il colore costante del
cielo fino ad aprile.
Sale un po’ di malinconia, ma non mi deprimo, prendo la macchina e corro verso un’altra città da visitare.
Sale un po’ di malinconia, ma non mi deprimo, prendo la macchina e corro verso un’altra città da visitare.
Speyer (Spira) è una piccola cittadina vicino Francoforte, attraversata dal Reno, il fiume
risalito dal nostro grande Cesare. Lo guardo e mi ritrovo sui banchi di scuola con il “De Bello Gallico” (è lo scritto sicuramente più conosciuto di Gaio Giulio Cesare, generale,
politico e scrittore romano del I secolo a.C. dove descrive minuziosamente la sua campagna militare) e mille lacrime cercando di fare una traduzione il più possibile corretta. Il
latino non è mai stato il mio forte!
Ma rieccomi qua nella cittadina “romana”, piccola e deliziosa, percorsa da una strada
principale che la raccoglie interamente.
Fa freddo, mi compro al volo un cappello di lana con il pon pon (io odio i pon pon, ma ho
dovuto farlo prima che la sinusite prendesse il sopravvento), esco dal negozietto e vedo spuntare tra gli alberi quattro torri rosse e maestose, il Dom (cattedrale).
Mi dico “Ok è grande, bella, ma che noia questo materiale, che noia questa arenaria rossa..”,
mi avvicino e continuo a ripetermi questa cantilena, cerco di convincermi che non dovrei fare questi discorsi “Io sono un Architetto, gli architetti non devono neanche pensarle
queste cose”, ma non ci riesco, sono proprio annoiata da questa pietra…
Entro dentro la cattedrale e finalmente i miei sensi si svegliano. Ecco finalmente quello che
cercavo, colonne altissime che s’intersecano con le volte a crociera tanto da diventare un tutt’uno. Sembra una piccola foresta pietrificata nella sua semplicità, tipico
dello stile romanico. Bello!
Esco e posso ritenermi soddisfatta, ma non lo sono, oggi voglio avere qualcosa di diverso,
qualcosa che non risalta agli occhi di tutti, così continuo a visitare, cercare e scovo un piccolo museo, un museo archeologico, quasi insignificante, ma guardandolo bene ha il
suo “perché”, l’utilizzo dei materiali mi attira: ferro cemento e vetro… che spettacolo!
Il museo si apre in una piccola piazza con una riproduzione moderna di una costruzione
celtica, tonda, dove le pareti svettano dalla terra verso l’alto come delle “lame” di metallo a simboleggiare l’antichità, a fianco alla piazza una grande teca (mostra i reperti
romani) di vetro sorretta da una imponente parete di cemento grigio antracite, quasi a delimitare la piazza stessa, quasi a mostrare un passaggio da una civiltà ad un’altra, da
quella celtica a quella romana, più forte.
Piazza del museo |
L’entrata, un tunnel, anch’essa dello stesso materiale della piazza contrastata dal cemento
della parete della teca, è un invito ad entrare nel museo, un invito a conoscere un mondo antico.
Tunnel (ingresso) - @ ADS Architekten |
Il suo interno è molto semplice, la stanza è scura, si è accolti al centro da una teca in
vetro, il perimetro è una vetrina dove mostra i ritrovamenti celtici e romani, ritrovati attraverso uno strumento moderno “l’aerofotogrammetria” (è un'attività utile al
rilevamento delle caratteristiche del terreno non facilmente percepibili al livello del suolo. È una tecnica che trova applicazione in numerosi campi, dalla cartografia, alla
geologia, all'archeologia. Le prime foto aeree furono realizzate in Francia nel 1858, a bordo di un aerostato: a realizzarle fu Nadar - Gaspard-Félix Tournachon, 1820-1910 -
pioniere della fotografia.) e poi un piccolo laboratorio per poter mostrare a tutti le tecniche per riportare alla luce il nostro passato.
Interno del museo - vetrine illuminate - @ ADS Architekten |
Esempio di aerofotogrammetria (scattata a Bensheim) - @ Museo |
Un museo piccolo, familiare e accogliente.
Il museo è un esempio di come l’architettura moderna con la sua semplicità possa esaltare in
questo caso l’archeologia, materia fondamentale per scoprire e conoscere noi stessi.
Ora sono soddisfatta e posso tornare a casa.
Nota tecnica per i più appassionati:
Il progetto del museo archeologico (2006) è degli “ADS Architekten”, un gruppo di architetti
tedeschi di Spira.
L'obiettivo del progetto è quello di costruire uno spazio espositivo per il pubblico e per
mostrare gli scavi.
"Planovolumetria" - @ Google maps |
In primo luogo il piazzale con ricreazioni di teatri antichi. Lungo il confine vi è la sagoma
di due case romane che delimita la piazza. Pareti in calcestruzzo color antracite sostengono due vetrine esterne.
Vista n° 1 delle case romane - @ ADS Architekten |
Vista n° 2 delle case romane - @ ADS Architekten |
L’entrata un "Tunnel" che conduce alla zona espositiva, dove sono presentate le ultime
scoperte in una grande vetrina lungo il muro perimetrale. L'interno scuro risalta le vetrine illuminate. Il "Laboratorio di vetro" permette di guardare il restauratore
nella lavorazione di manufatti in modo da ottenere una panoramica dei suoi metodi di lavoro. Il piano superiore, privato, è dedicato agli uffici e alle mostre
temporanee.
Indirizzo: Gilgenstraße 13, 67346 Speyer
Titolo del progetto: vetrina Archeologica di Speyer
Anno: 2005-2006
Committente: Comune di Speyer
Testi per “Nota tecnica per i più appassionati” presi da: ADS Architekten (piccola traduzione fatta da me…con l’aiuto di google traduttore e Pons..che fatica!!)
Foto: Scattate da
me, @ ADS Architekten, “planivolumetria” presa da google
maps
Bello il Duomo di Spira. E' vero, l'arenaria rossa non rende merito all'importanza dell'edificio ma l'interno quello sì, soprattutto la piccola foresta pietrificata (mi piace questa espressione!).
RISPONDIELIMINAIo resto affascinata dalle colonne, in qualunque ambito esse si trovino.
Ma riesci a trovare tutti le strutture più nascoste... bello!!
RISPONDIELIMINA