Dopo ore di macchina e con l’emozione di guidare
un’automobile come la Lexus IS 300 arriviamo a Torino stanchissimi.
Parco Dora - Zona Vitali
Una volta in albergo ci riposiamo una mezz’oretta e subito
prendiamo l’attrezzatura necessaria per scoprire Parco Dora (un Parco nato dalla riqualificazione di una zona ex industriale, progetto nato negli anni ’90).
Scendiamo in strada e ci avviciniamo al Parco, le mie gambe
sono intorpidite non vogliono camminare come vorrei, sono stata seduta troppe ore… e siamo solo all’inizio del viaggio… non mi preoccupo e percorro il Parco, ma prima di poter entrare facciamo
più di mezzo Km perché siamo esattamente nel lato in costruzione ed è inaccessibile, il desiderio di tornare indietro e rimandare al giorno successivo è alta, sono stanca e la pigrizia sta
prendendo il sopravvento, ma conosco il Parco e so quanto vale la pena visitarlo.
Ponte - Parco Dora
Finalmente entriamo!!!
Il primo impatto non è dei migliori, grandi palazzi a torre
ci bloccano l’accesso come dei guardiani giganti del Parco, ma non ci scoraggiano, proseguiamo e iniziamo la nostra passeggiata, uffici in ferro, legno e vetro si trasformano camminando in
costruzioni intonacate di bianco ove la natura prende volutamente il sopravvento, lingue d’acqua costruite fanno omaggio all’omonimo fiume del Parco.
Lingue di acqua
Il Parco Dora o anche Quartiere Dora è in continua
trasformazione, grandi Torri mutano nel Centro Commerciale fino a trasformarsi in costruzioni sempre più basse fino a scomparire e dare più ampio respiro alla natura tanto da prendere il
sopravvento e diventare parte fondamentale del Parco.
Le persone vivono pienamente questo spazio, persone di ogni
età, gli anziani che guardano il futuro negli occhi dei bimbi che si affacciano pian piano alla vita, gli adulti che rincorrono la forma fisica ormai perduta e i ragazzi forti della loro “falsa”
eterna energia che sembra non terminare.
Nuova piantumazione di alberi e piante è stata scelta per
dare vita ad uno dei polmoni più grandi di Torino, dove tutti possono viverla e goderne.
Area Valdocco - Parco Dora
Piccole e grandi reminiscenze della zona industriale
rimangono per ricordare cosa fosse quella zona e cosa possa significare per le persone che hanno vissuto e lavorato nelle fabbriche e, chissà proprio gli anziani che passeggiano ora nel parco
erano dei giovani ragazzi forti e robusti che hanno contribuito alla crescita economica della città.
Il Sole prende il sopravvento e crea degli effetti di ombre
fantastici.
Percorriamo la zona Michelin, dove è posta la vecchia torre
di raffreddamento, sembra il fungo della centrale nucleare dei Simpson o quelle che abbiamo visto in azione in Germania, ma in versione mini; dislivelli del terreno rendono dinamico il Parco,
costeggiamo il fiume per poter accedere alla zona Vitali, zona che reputo bellissima.
Zona Michelin, torre di raffreddamento - Zona Michelin
Grandi strutture/setti in ferro, simbolo del passato,
sostengono grandi passerelle vissute dagli abitanti, sorreggono anche una grande copertura che rende lo spazio sottostante non solo riparato dalle intemperie ma allo stesso tempo una zona aperta
a tutti. E’ l’esempio per eccellenza di archeologia industriale all’interno del Parco. Ne rimango affascinata.
Setti in ferro - Zona Vitali
Copertura - Zona Vitali
Vedere un progetto su carta o in TV non può provocare e
suscitare le sensazioni nel vivere uno spazio.
Qui con mia grande riluttanza in principio faccio la mia
prima diretta sui Social Network, vengo spinta da Andrea a procedere, mi preparo una piccola frasetta diverse volte, non so nemmeno quante, mi dico “Katia hai affrontato problematiche molto più
complesse, VINCOLI PAESAGGISTICI A ROMA (e ho detto tutto), non puoi bloccarti per questo…” lo faccio… lo affronto… lo supero… ora posso farne
altre!
Passerelle "volanti" - Zona Vitali
Ragazzi giocano tra loro e noi che camminiamo sulle
“passerelle volanti” per andare alla Chiesa di Mario Botta (che troviamo chiusa), ci danno la possibilità di avere un diverso punto di vista della struttura e vediamo con nostra sorpresa una
giovane coppia innamorata su uno di questi setti in ferro e ci domandiamo “ma come sono riusciti a salire e per di più con la chitarra?”
Setti usati come rifugio - Zona Vitali
Adoro i ragazzi e la loro intraprendenza!!
Rimango piacevolmente sorpresa da come strutture
industriali, graffiti e la natura con le piante rampicanti possano rendere un ambiente/parco bello da frequentare e vivere.
Contrasti di luce - Zona Vitali
I cittadini vivono questa nuovo Parco meravigliosamente in
modo spensierato e liberatorio dalla vita che solitamente ti travolge.
Il Parco Dora termina, il Sole sta calando e mentre stiamo
per andare via individuo il punto per poter fare delle foto alla Lexus, il contrasto tra moderno e l’archeologia industriale lo trovo affascinante,
ma siamo costretti a farlo la mattina seguente, la notte avanza e con essa una piccola tempesta.
La mattina seguente tra gli occhi sorpresi delle persone,
facciamo le foto e… via per Orlèans!!!
Lexus IS 300 H - Zona Vitali
Nota tecnica per i più appassionati:
L’area industriale dismessa di Spina 3 è trasformata
in un polmone verde a nord della città di Torino. Questo processo di riqualificazione urbana va avanti ormai da alcuni anni ed è stato
riconosciuto come uno degli interventi urbanistici più significativi degli ultimi tempi. Gli insediamenti industriali ebbero il massimo
sviluppo durante la metà del XIX secolo per poi essere chiusi definitivamente negli anni ‘80 lasciando l’area in disuso. L’obiettivo del progetto è quello di confrontare la storia dei luoghi con
l’inevitabile trasformazione del territorio coniugando spazi verdi e archeologia industriale.
Il Parco Dora, di circa 40 ettari, prende il nome dal fiume che lo attraversa ed è
suddiviso in cinque zone identificate tuttora con la denominazione delle fabbriche che occupavano quegli spazi. Il corso d’acqua è l’elemento
base che ricongiunge le diverse aree e suggerisce criteri progettuali per la formazione di numerosi accessi al parco facilitando l’afflusso dei cittadini.
AREA 1
L’area Vitali è situata nella parte
centrale del parco. In questa zona sorgeva l’ex acciaieria Vitali della cui struttura saranno conservati gli alti pilastri che serviranno a delimitare le differenti funzioni
pubbliche (cinema all’aperto, manifestazioni temporanee, luoghi di ristoro, ecc.), mentre parte del tetto di un capannone industriale più piccolo verrà riutilizzato per realizzare un’area
coperta dedicata allo sport. Tutte le attività presenti saranno circondate da ampi spazi verdi.
AREA 2
La zona di Corso Montara, a nord, segna un punto
di passaggio tra il Parco Dora e il nuovo quartiere residenziale dal quale i cittadini potranno accedere alla terrazza d’ingresso, ribassata di 1 m rispetto alla quota stradale, attraverso scale,
passerelle e rampe. Le passeggiate che verranno realizzate presenteranno una visuale privilegiata su tutto il parco.
AREA 3
L’area Michelin, a sud, prevede un percorso
pedonale che costeggia la riva del fiume Dora fornendo numerose e mutevoli prospettive verso gli spazi verdi. Il progetto prevede la riqualificazione della preesistente torre
di raffreddamento visitabile attraverso una passerella vetrata dalla quale sarà possibile assistere al ciclo di funzionamento dell’impianto e a straordinarie istallazioni luminose. La
parte più a sud, che delinea il confine del parco, è delimitata da una scarpata erbosa valicabile attraverso un percorso sopraelevato che collega l’area Michelin con l’area Valdocco.
AREA 4
L’area Valdocco si colloca nella parte
orientale del parco e sarà costituita da una piazza alberata posta di fianco al corso del fiume. Il progetto prevede la conservazione di alcuni setti della fabbrica preesistente
come rappresentazione simbolica del monumento industriale. Le direttrici principali che attraversano la piazza sono la prosecuzione dei percorsi che provengono dalle altre aree. La piantumazione
di alberi di specie diverse offre un importante impatto visivo per la differenziazione degli specchi d’acqua dalle aree verdi.
AREA 5
L’area Ingest, a ovest, è un giardino pubblico
principalmente ad uso degli abitanti della nuova zona residenziale, dei frequentatori della Chiesa Santo Volto progettata da Mario Botta, dagli utenti del nuovo centro socio–culturale e dagli
studenti della scuola limitrofa. Inoltre, verranno conservate le fondazioni dei vecchi capannoni per la creazione di un orto con specie vegetali particolari e per la realizzazione di specchi
d’acqua, di aree gioco, ecc. L’intervento, però, non maschererà la funzione prettamente industriale che queste strutture hanno avuto in passato.
La presenza di bacini idrici servirà a
convogliare le acque piovane provenienti dalle coperture degli edifici circostanti per riutilizzarle nelle attività del parco.
Tre delle cinque zone (l’area Vitali, l’area Michelin e
l’area Ingest) sono state finanziate da fondi statali e solo l’area di Corso Montara e l’area Valdocco sono soggette ad investimenti privati.
Il progetto del Parco Dora è stato premiato
dall’International Architecture Award perché particolarmente attento all’uso di una corretta pianificazione urbana, alla valorizzazione del paesaggio, all’incremento
delle aree verdi e alla riqualificazione dell’archeologia industriale. Ciò che rimaneva di un’area grigia e abbandonata con fabbriche in disuso è diventato un grande spazio
pubblico in cui i cittadini possono riconciliarsi con la natura.
Ogni comparto integra ambienti naturalistici e preesistenze derivanti dal passato industriale della zona, conservate e rifunzionalizzate; tra queste la torre di raffreddamento della Michelin, la grande struttura dello strippaggio e la centrale termica delle acciaierie Fiat. Il confronto con la storia del luogo e il suo carattere industriale è una componente sostanziale del progetto, che si riflette altresì nella scelta dei materiali, nel disegno lineare di percorsi e aiuole e nella scansione regolare delle piantumazioni.
Un altro elemento fondamentale per il parco è il fiume Dora, che viene valorizzato mediante la riqualificazione delle sponde e, per un tratto della riva sud, reso accessibile. Il tema dell’acqua è ripreso inoltre con la creazione di fontane, canali e giochi d’acqua all’interno del parco. La riqualificazione delle sponde del fiume si inserisce nel più vasto progetto «Torino Città d’Acque» e prevede la realizzazione di un percorso ciclopedonale che unirà l’area di Spina 3 ai tratti ciclabili già esistenti lungo il corso della Dora.
Ogni comparto integra ambienti naturalistici e preesistenze derivanti dal passato industriale della zona, conservate e rifunzionalizzate; tra queste la torre di raffreddamento della Michelin, la grande struttura dello strippaggio e la centrale termica delle acciaierie Fiat. Il confronto con la storia del luogo e il suo carattere industriale è una componente sostanziale del progetto, che si riflette altresì nella scelta dei materiali, nel disegno lineare di percorsi e aiuole e nella scansione regolare delle piantumazioni.
Un altro elemento fondamentale per il parco è il fiume Dora, che viene valorizzato mediante la riqualificazione delle sponde e, per un tratto della riva sud, reso accessibile. Il tema dell’acqua è ripreso inoltre con la creazione di fontane, canali e giochi d’acqua all’interno del parco. La riqualificazione delle sponde del fiume si inserisce nel più vasto progetto «Torino Città d’Acque» e prevede la realizzazione di un percorso ciclopedonale che unirà l’area di Spina 3 ai tratti ciclabili già esistenti lungo il corso della Dora.
L’idea della sistemazione a verde di una vasta zona lungo il
fiume Dora nell’area di Spina 3 è presente fin dalle prime prefigurazioni della trasformazione del grande comparto industriale. L’indicazione di un nuovo “polmone verde” compare già sui disegni
del PRG del 1995; il Programma di Riqualificazione Urbana Spina 3 sviluppa tale indicazione e insieme ad esso viene approvato, nel 2003, lo studio di fattibilità contenente le analisi
propedeutiche al progetto del parco, redatto con la consulenza dell’architetto paesaggista tedesco Andreas Kipar (Gelsenkirche, 1960). Il progetto del parco è il risultato di una gara
internazionale a procedura aperta, bandita dalla Città di Torino nella primavera 2004; aggiudicatario della gara, tra le sette proposte pervenute, è il gruppo costituito da Servizi Tecnologie
Sistemi spa, Latz+Partner, Studio Cappato, Gerd Pfarrè, Ugo Marano, Studio Pession Associato. All’interno del gruppo, responsabile del progetto paesaggistico è lo studio tedesco di Peter Latz
(Darmstadt, 1939), già autore del parco postindustriale Thyssen nel Bacino della Ruhr. Nel 2005 è approvato il progetto preliminare e nel 2007 il progetto definitivo dei cinque lotti.
Nell’autunno 2007 il progetto del parco viene inserito tra le opere da realizzare per la celebrazione dei 150 anni dell’Unità d’Italia. L’intervento statale, che comprende il finanziamento e la
realizzazione delle opere mediante appalto integrato, riguarda i lotti Michelin, Ingest e Vitali; i lotti Valdocco e Mortara rimangono a carico della Città di Torino, che ne cura il progetto
esecutivo e la realizzazione.
I primi cantieri prendono avvio nell’estate 2008; l’opera è parzialmente completata nella primavera del 2011.
I primi cantieri prendono avvio nell’estate 2008; l’opera è parzialmente completata nella primavera del 2011.
La proposta progettuale si sviluppa su tre punti di
riferimento che rappresentano gli elementi fondativi del progetto: la presenza del fiume Dora, la riconfigurazione “metamorfica” delle architetture industriali esistenti, la connessione del parco
con la città.
Il parco, che si estende per circa 450.000 mq, è suddiviso in cinque principali aree di intervento che prendono nome dalle industrie precedentemente qui insediate: Ingest di 47.000 mq, Vitali di 73.000 mq, C.so Mortara di 87.000 mq, Michelin di 87.000 mq, Valdocco Nord di 73.000 mq, più altre aree non comprese nell’incarico citato, ognuna con caratteristiche peculiari e vocazioni di diverso tipo.
Il parco, che si estende per circa 450.000 mq, è suddiviso in cinque principali aree di intervento che prendono nome dalle industrie precedentemente qui insediate: Ingest di 47.000 mq, Vitali di 73.000 mq, C.so Mortara di 87.000 mq, Michelin di 87.000 mq, Valdocco Nord di 73.000 mq, più altre aree non comprese nell’incarico citato, ognuna con caratteristiche peculiari e vocazioni di diverso tipo.
Testi per “Nota tecnica per i più appassionati” presi
da: www.architetturasostenibile.it,
www.museotorino.it; www.apiua.it, www.lastampa.it,
Immagini: @architetturasostenibile
Commenti
Questo non è un parco ma ti sei trovata nel film Blade Runner... fighissimoooo!!!
RispondiEliminaW Architetto On The Road!!!!
Bella sorella
Bella Fratello (o sorella)!! Si è vero sembrava di essere accanto a Harrison Ford... molto bello e versatile, un parco dedicato ad ogni cittadino di ogni età.
EliminaBen pensato.
Continua a seguirmi su questo blog, anche su FB e Instagram. Buona giornata On The Road!!!
Quando vado a Torino per lavoro e riesco ad avere un po' di tempo, mi piace passeggiare al Parco Dora, è esattamente come lo descrivi tu... noto che riesci a cogliere sempre nel segno... ti seguirò.
RispondiEliminaGianluca70
Ciao Gianluca70, grazie mille
Continua a seguirmi sul blog, anche su fb e Instagram.
Buona giornata On The Road!!