Pronti partenza via!!
Si passa la Befana a Tre Case un piccolissimo paesino che
adoro in provincia di Siena, una frazione di Piancastagnaio sul Monte Amiata.
Il freddo che ci accoglie è penetrante e a malapena si
riesce a camminare.
Il paese è calmo, quasi assopito dal freddo, sembra in
letargo… e in un attimo lo stress di Roma svanisce in un istante.
Saluto le persone care che conosco da sempre tra cui i
proprietari del bar Silvano e Rosanna, il fulcro e l’icona di questo paese un po’ isolato, mi salutano con calore e gioia.
Via verso casa dove mi aspetta la mia famiglia con il camino
acceso e il calore tipico di una casa in pietra di montagna.
Beviamo e ridiamo attendendo i “Befani” delle Case
(abbreviazione fatta dagli abitanti del paesino di Tre Case) nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, antica tradizione che accompagna il paese dove “La Compagnia dei Befani” (Befana, marito e figlia
da maritare) passano tra le case del paese per portare doni ai più piccoli e gioia ai più grandi. Al loro passaggio gli abitanti aprono le porte delle loro case e accolgono la Compagnia
offrendogli cibo e del buon vin brulé per dare calore.
Passano da noi, cantano, ballano, ci salutano e proseguiamo
il giro con loro per tutto il paese.
La Compagnia dei Befani
Incontro vecchie amicizie e come se la vita mai ci avesse
separato ci abbracciamo come una volta.
La Compagnia dei Befani prosegue e dopo una breve e ripida
salita si passa davanti la Chiesa del Crocifisso e al tabernacolo di San Francesco, ai suoi piedi ci sono dei gradini e guardandolo rivedo me, adolescente, seduta su di essi circondata dai
miei amici, giovani e spensierati con l’unico desiderio di passare l’estate tutti insieme, scarrozzare con le moto e raccontarci i nostri segreti… eravamo tantissimi … la malinconia mi assale e
li rivorrei tutti li con me anche per un istante, non è tristezza ma è semplicemente nostalgia di quei bei tempi passati.
Tabernacolo di San Francesco
Povero San Francesco quante ne ha sentite e quante ne ha
viste!!! (E’ una frase che ci piace ancora dire quando capita di incontrarci..)
E poi là di fronte c’è questa chiesetta immersa nel bosco,
La Chiesa del Crocifisso (assunse tale nome "del Crocifisso" per la presenza di una venerata scultura lignea)
Finiamo il giro un po’ euforici dalla gran quantità di vino
che le persone hanno offerto ad ogni abitazione…
La mattina seguente sento l’esigenza di andare alla mia
Chiesa e “salutarla”… una piccola chiesa in pietra intonacata, senza pretese, un po’ anonima ed estremamente semplice da perdersi con l’abitazione costruita affianco; timida si intravede e si
distingue in questa unica costruzione e poco percepibile con la sua funzione.
Chiesa del Crocifisso
Piccoli elementi architettonici fanno parte della chiesa e
la percezione della sua grandezza non è dovuta per la sua dimensione (ridotta), ma per la sua estrema semplicità che rispecchia in pieno il suo periodo storico e ciò che rappresentava, la vita
semplice dei francescani.
Il rosone sormontato dallo stemma francescano sopra il
portale incorniciato e le piccole finestrelle laterali (fondamentali il loro utilizzo perché il clero non era sufficientemente numeroso per garantirne l’apertura, quindi era necessario l’utilizzo
di due finestrelle per la sosta dei fedeli e avere la possibilità della preghiera) sono gli unici elementi architettonici che risaltano la semplicità del prospetto frontale della
chiesa.
Prospetto principale
Altro ed unico elemento architettonico rilevante è il
campanile ad est del transetto (Il transetto, negli edifici di culto cristiani, corrisponde a un corpo architettonico che interseca perpendicolarmente all'altezza del presbiterio la navata
centrale o tutte le navate),
esempio di Transetto @Wikipedia
ha una pianta quadrata con doppio ordine monofore (La monòfora è un tipo
di finestra sormontata da un arco con una sola apertura, solitamente stretta) presenta cantonali (angoli) in bozza quadrati di pietra trachitica
(pietra magmatica, ruvida e scabra) e muratura intonacata. Termina con un muretto sormontato da quattro piramidi agli angoli e con un pilastrino cuspidato al centro sormontato da una croce di
metallo.
Entro e il suo splendore riportato alla luce da un recente
restauro è immenso.
Il soffitto è formato da una serie di cupole a vela
intonacate bianche tanto da sembrare delle piccole nuvole che sormontano le nostre teste e volano basse su di noi.
Ho attraversato le tre navate di questa chiesa un’infinità
di volte e sento che appartengo ad essa.
Pianta della Chiesa
E’ piccola e
accogliente.
I lavori hanno portato alla luce gli antichi colori del 1800
ca. che risaltano gli elementi architettonici degli archi che li ricoprono.
Le volte totalmente bianche, i pavimenti originari riportati
all’antico splendore riscoprono l’antico sapore della semplicità francescana.
Sembra di ritrovarsi in una chiesa diversa.
La chiesa probabilmente era a pianta greca (La croce
greca è una croce formata da quattro bracci di uguale misura che si intersecano ad angolo retto)con un nucleo centrale delimitato dai sostegni in pietra trachitica.
schema di piante @Wikipedia
I capitelli rivolti verso la navata centrale e verso la
parete di fondo sono stati eseguiti con tale pietra e rivolti solo nella navata centrale quasi da voler indirizzare i fedeli verso l’altare, verso Dio.
La scelta della pietra trachitica, una pietra locale, grigia
e grezza, le cupole bianche, la pavimentazione anch’esso grezzo, i capitelli dorici tutto ti fa percepire e ti avvolge nel mondo spirituale francescano.
Fuori è freddo, la neve ha ricoperto l’intero paesino e
rende tutto fuori dalla realtà, tutto ovattato, tutto misticamente silenzioso.
Facciata Est
L’interno della piccola Chiesa del Crocifisso è molto più
luminosa rispetto a come me la ricordassi.. è piccola, mistica, fuori dal tempo e mi ritrovo magicamente a cinque anni quando correvo in chiesa ignara del timore di Dio e del rispetto che dovevo
portare in un luogo sacro, la vedevo come una cattedrale austera e fredda.
Ancora adesso mi sorprende della percezione dello spazio che
si ha quando si è piccoli.
Passo da una navata all’altra e assaporo questo spazio
raccolto, facendone parte di me.
Esco e lo sguardo si rivolge al San Francesco per un’ultima
volta prima di partire per Roma.
Io sono li… adolescente… con loro .
Ci rivediamo la prossima
volta!
p.s. Dedico questo articolo ai miei “Amici della Toscana”
che nonostante la vita ci abbia separati sono sempre stati parte di me… (Veronica, Arianna, Katia, Chiara e Simona dette le “sorelle Bernabei”, Simona la cugina di Diego, Elisa, Valentina,
Claudia, Diego, Paolino, Emiliano, Federico, Daniele, Simone, Ivan e Andrea una persona importante).
MI AUGURO CHE QUESTO POST VI FACCIA VENIR VOGLIA DI VISITARE QUESTO PICCOLO ANGOLO
D'ITALIA!!
Nota tecnica per i più appassionati:
La chiesa del Ss. Crocifisso è un edificio di dimensioni
contenute (mt 17.00 di lunghezza e mt 16.50 di larghezza massima), orientato secondo l’asse nord-sud, con l’ingresso a nord e l’abside (L'abside è una struttura architettonica a pianta
semicircolare o poligonale, parte di un edificio, spesso di una chiesa; l'abside è coperta da una volta, detta conca o catino absidale, che ha generalmente la forma di una semicupola - quarto di
sfera) a sud, accostato senza soluzione di continuità ad un edificio residenziale di epoca ottocentesca.
All’esterno gli interventi di ampliamento del volume, di
rifacimento e tinteggiatura degli intonaci, di modifica delle aperture, rendono difficilmente leggibile l’architettura originaria che sembra potersi datare, alla luce dei dati documentari,
al nono decennio del XVI secolo.
Il frammento di iscrizione murato sul fianco sinistro reca
infatti la data del 1580 e le prime due lettere di un nome individuate come “TE” dal prof. Biondi
Frammento di iscrizione murato sul fianco sinistro (Ovest)
La chiesa sorse in sostituzione di un preesistente edificio
sacro – denominato “luogo vecchio” – che si trovava a breve distanza dalla nuova costruzione alle pendici della sovrastante collina e versava cattive condizioni di stabilità.
AAS, Conventi 745, Pianta del Tenimento del luogo vecchio nel catasto 1652
Gli elementi architettonici del prospetto descritti
precedentemente sono concentrati nella zona inferiore, lasciando ipotizzare che vi fosse, ad una certa altezza, un’interruzione della facciata con una trabeazione (La trabeazione comprende gli
elementi orizzontali del sistema trilitico degli ordini architettonici greco-romani. È costituita da architrave, fregio e cornice e poggia sopra i sostegni verticali: colonne o pilastri.
I diversi elementi sono costituiti in genere da blocchi
separati, sovrapposti gli uni agli altri; nell'architettura romana spesso fregio e architrave sono intagliati in un unico blocco)
Schema di Trabeazione @ DeArch
oggi scomparsa alla quale, in seconda ipotesi può appartenere il
frammento di iscrizione conservato), ed una conclusione a timpano (Il timpano è, nell'architettura templare, la superficie triangolare racchiusa nella cornice del
frontone).
Timpano @Wikipedia
Forse l’impaginato era semplicemente dipinto, visto che non ne resta
traccia alcuna.
Le pareti dell’edificio presentano lungo tutto il perimetro
– fatta eccezione per i due lati che delimitano, ad est e ovest, la prima parte della navata e le pareti nord dei due tratti del transetto – una cornice in pietra con profilo, che si estende
all’attiguo edificio residenziale, chiaramente montata al momento della costruzione di quest’ultimo, con il quale la chiesa costituisce un insieme fondamentale inscindibile.
I lavori di restauro non si sono estesi al rifacimento degli
intonaci esterni, pertanto non è possibile ispezionare la muratura…
L’interno della chiesa si presenta come un ambiente di
pianta composita, chiaramente individuabile come ampliamento di un’aula con pianta a croce, attuato con l’accostamento ad essa di cappelle laterali, aggiunte senza soluzione di continuità
all’esterno ne elementi di separazione gerarchica all’interno tra gli spazi esistenti e i nuovi.
Lo spazio è infatti coperto da una sequenza indistinta di
volte a vela con apparecchiatura muraria “in foglio”, di altezza uniforme e dal profilo ribassato…
Altare ed edicola, che presentano caratteri simili, sono
chiaramente posteriori al primitivo impianto. L’edicola è un’opera di mano non raffinata, e non è centrata sulla parete curvilinea dell’abside; l’altare mostra caratteri chiaramente successivi
all’epoca di costruzione della chiesa.
I semplici capitelli di ordine dorico della parete in pietra
presentano una certa somiglianza con quelli che si rinvengono in molti edifici realizzati a cavallo dei secoli XVI e XVII nelle province di Siena e Grosseto.
Gli altari laterali del Crocifisso sono profondamente
manomessi, mostrando, in alcune parti della zona superiore, le sole linee della struttura in mattoni murata sulle pareti, sulla quale doveva essere impostata la modellazione dello stucco per il
disegno architettonico dell’edicola. L’elemento aveva, impostato sopra una coppia di paraste (La parasta è un elemento architettonico strutturale verticale – pilastro - inglobato in una parete,
dalla quale sporge solo leggermente)
parasta @Wikipedia
di mediocre modellato sorreggenti due altissimi tratti di trabeazione,
un timpano interrotto come presentano alcuni portali di chiese non lontani da qui come S. Agostino e del Suffragio a Santa Fiora…
I documenti iconografici della chiesetta sono scarsi e poco
eloquenti.
E’ datata 1652 la prima schematica raffigurazione della
chiesa nel “Catasto e Campione” conservato presso l’Archivio di Stato di Siena …
I lavori di restauro sono stati progettati ed eseguiti dallo
Studio Tecnico Associato Prezzolini di Abbadia San Salvatore, sono durati circa due anni.
L’intervento ha avuto lo scopo di migliorare gli aspetti
statici dell’edificio, le condizioni estetici e di salubrità.
Testi per “Nota tecnica per i più appassionati” presi
da: Totalmente
ripreso dal Libro “Il Ss. Crocifisso delle Ripe e la sua Chiesa” – Parrocchia di S. Maria delle Grazie in Saragiolo – Le Balze
Immagini: @ Il Ss.
Crocifisso delle Ripe e la sua Chiesa, @Wikipedia, @SlidePlayer, @DeArch
Foto: Scattate da me
Grazie Katia, anche se sono di un altra epoca ritrovo nei tuoi ricordi le stesse immagini impresse nella mia memoria. Rivedo una chiesetta anche più ricca di statue e decori che nel corso degli anni sono stati portati altrove, causa questa di tanta rabbia da parte dei Casai. Tua nonna forse potrà spiegarti meglio.
RispondiEliminaUn abbraccio
Ciao Nonnatata!!
Eliminami fa piacere ricevere un tuo post, purtroppo non mi ricordo di tutti i decori e statue di cui parli e immagino giustamente la rabbia degli abitanti delle Case... peccato!! Ma rimane comunque una bellissima chiesa francescana con tutto il suo splendore e fascino nella sua semplicità.
Bellissimo ed emozionante.
RispondiEliminaGrazie mille!!!
EliminaChe dolcezza nelle parole di questo articolo, bello, bello, bello.
RispondiEliminaGrazie di cuore!
EliminaCiao.