Presa e totalmente assorbita
dalle vacanze di Natale, compro dei piccoli pensieri per le nostre famiglie, la valigia è stracolma di regali, ma da brava italiana riesco a mettere nel bagaglio a mano anche i miei vestiti
superando di gran lunga i 10 kg.
W il Natale!! |
Si vola verso la mia città,
arrivo, il sole è già tramontato e mi appare tra le nuvole magicamente Roma illuminata dalle migliaia di luci nel pieno del suo splendore, vedo distintamente l’EUR, il Colosseo e ogni quartiere
che riesco a distinguere.. la città è viva ed io mi sento parte di essa.
Più mi avvicino a Lei e più
sento il mio cuore accelerare, sono felice, mi sento pervasa da cotanta bellezza.
Il tempo è breve e cerco di
rivedere più persone per quanto mi sia possibile. I miei genitori, le mie nonne e “le mie donne” (colleghe universitarie), le quali dedicano una cena solo per me “Una cena per la tedesca” (ormai
è il mio soprannome..).
Vedo la mia amica-sorella
Valeria e Barbara, l’ultima volta che le avevo viste erano venute a trovarmi a Francoforte, le convinco facilmente a fare una passeggiata al centro della città.
Ho bisogno di respirare
Roma!!
Prendiamo la macchina e ci
ritroviamo in mezzo al traffico del Lungotevere, mi rendo conto come si possono dimenticare certe situazioni.. avevo scordato i “tempi romani”.
Parcheggiamo dove non si
può, ma questa è una prerogativa di questa pazza città, siamo consapevoli che nessuno ci farà la multa.. è domenica!
Scendiamo e magicamente sono
al centro di Roma, al centro di secoli di storia, sono invasa da Lei.
Camminiamo e ci ritroviamo
di fronte all’Ara Pacis (Altare della pace augustea - è un altare dedicato da Augusto nel 9 a.C. alla Pace )e alla costruzione realizzata dal maestro Richard Meyer.
Ingresso principale - @ visitlazio |
Struttura tanto contestata a
Roma, ma io l’adoro.
Il complesso museale è stato
il primo intervento di nuova architettura nel cuore di Roma del dopoguerra.
Passiamo lateralmente
all’opera, sul lungotevere, la facciata in vetro è aperta completamente all’ambiente urbano, tale che il passante o le macchine che vi passano possano ammirare l’Ara Pacis. La pearmibilità della
struttura esalta il contenuto, grandi vetrate proteggono l’Altare dalle intemperie e dalla persistente umidità del fiume pur restando visibile a tutti.
Facciata sul Lungotevere - @Thomas Meyer |
L’architetto omaggia la
città con l’utilizzo del travertino, materiale per eccellenza di Roma, tale pietra riveste la parete dell’ingresso che conduce all’Ara Pacis con lastre “a spacco” (collegate al muro per mezzo di
grappe metalliche annegate nel conglomerato) lavorazione effettuata esclusivamente per il complesso museale .
Particolare del setto murario sul Lungotevere |
Il contrasto tra antico e
moderno è fantastico, il connubio è perfetto, tutto è risaltato non solo dalla scelta dei materiali il travertino (della parete verticale che accentua la direttrice del lungotevere e lo stesso
materiale sulle pavimentazioni interne ed esterne seppur trattate in modo diverso) , pareti intonacate di bianco, ma anche dalla estrema semplicità
delle linee verticali e orizzontali che fanno della struttura un’architettura unica.
Semplici linee-direttrici
accostano l’Ara Pacis e si trasformano ora in vetro, ora in travertino e intonaco.
Ara Pacis (connubio tra antico e moderno) - @Thomas Meyer |
L’uso dei materiali e del
colore lo ritengo perfetto, la semplicità della struttura non distoglie lo sguardo dall’Altare.
Lo studio della luce
naturale e artificiale anch’esso è fondamentale.
Effetti di luce - @Richard Meier |
Dall’alto penetra lievemente
la luce attraverso dei lucernari, non rende l’ambiente estremamente caldo ed insopportabile, seppur ci sia una parete di vetro così grande dato che il clima di Roma arriva a temperature molto
alte in estate. La luce accarezza dolcemente l’Altare ed esalta i suoi lineamenti nei particolari… un salto nel passato ci porta a rivivere la grandiosità di Roma.
La luce, le ombre… tutto
risalta tutto.
Sullo stesso livello
esternamente all’Ara Pacis si estende una grande spazio anch’esso interamente in travertino (La pavimentazione della piazza è stata realizzata con lastre di pietre accostate i cui giunti sono
stati lasciati appositamente aperti per far smaltire l’acqua piovana) studiato per rendere la struttura in se un punto d’incontro, un luogo di socializzazione come fosse una piazza (elemento
fondamentale delle città italiane), tale “piazza” si trasforma in una fontana ( a memoria del Porto di Ripetta) dalla quale ci si può rinfrescare/giocare in estate e quando la brezza romana passa
sopra l’acqua viene raffrescata, si trova refrigerio, sollievo nelle cocenti giornate romane e le rende più accettabili.
Fontana - @Repubblica |
Scendiamo la grande
scalinata che porta alla famosa e bellissima Via Ripetta, il complesso museale gioca con i dislivelli naturali del terreno presenti tra il Lungotevere e la via stessa, questo “gioco” crea altri
volumi al di sotto dell’Altare, uno è dedicato agli uffici ed un altro è dedicato alle esposizioni temporanee… c’è Lautrec… e come non ammirare i suoi capolavori!?!
La mostra non è grande ma
passiamo delle ore molto piacevoli ed io mi sento sazia di arte.
Usciamo dalla mostra e
salendo le scale che ci riportano sul lungotevere sono spettatrice di uno dei tipici tramonti romani.
L’aria assume un sapore
antico, una leggera foschia è risalita dal fiume che rende l’atmosfera eterea, Roma assume il suo colore più affascinante che io chiamo “giallo
romano” (unico al mondo).
Il cielo e le ombre esaltano
le antiche linee di Roma Imperiale.
Sono a casa!!
Nota tecnica per i più appassionati:
Il progetto per il nuovo
complesso museale dell'Ara Pacis è stato redatto da Richard Meier & Partners Architects, studio statunitense a cui si devono alcuni dei più notevoli musei della seconda metà del Novecento. La
cantierizzazione del progetto è stata assegnata all'italiana Maire Engineering ed è curata, per l'Amministrazione comunale, dalla Sovraintendenza ai Beni Culturali e dall'Ufficio Città Storica.
L'edificio, rimasto sostanzialmente inalterato, è stato concepito per essere permeabile e trasparente nei confronti dell'ambiente urbano, senza compromettere la salvaguardia del monumento. Un
organismo ad andamento lineare che si sviluppa secondo l'asse principale nord-sud e si articola in aree scoperte, ambienti completamente chiusi e in zone chiuse, ma visivamente aperte alla
penetrazione della luce.
Progetto - @Richard Meier |
Il nuovo complesso museale,
che ricompone la quinta edilizia ad ovest del Tridente, è suddiviso in tre settori principali. Al primo settore, una Galleria chiusa alla luce naturale, si accede tramite una scalinata che supera
il dislivello tra via di Ripetta e il Lungotevere e raccorda la nuova costruzione alle chiese neoclassiche antistanti. La scalinata presenta due elementi di richiamo al passato: una fontana,
memoria del Porto di Ripetta che insisteva proprio su quest'area, e una colonna che misura dall'Ara la stessa distanza che, in età augustea, la separava dall'obelisco della grande meridiana. La
Galleria, che ospiterà i servizi di accoglienza, assolverà la duplice funzione di introdurre la visita al monumento e di "schermare" l'Ara da meridione. Superata la sua penombra, si entra nel
Padiglione centrale, dove di giorno l'Ara è immersa nella luce diffusa dei lucernari e da ampi cristalli filtranti. Questa soluzione ha comportato il montaggio di oltre 1500 mq di vetro
temperato, in lastre grandi fino a tre metri per cinque, tali da annullare l'effetto-gabbia del Padiglione e garantire il massimo di visibilità.
Il terzo settore, a nord,
ospita una Sala per convegni disposta su due piani e fornita di un locale per ristorazione. Sopra la sala, un';ampia terrazza aperta al pubblico affaccia sul Mausoleo di Augusto. Sfruttando il
dislivello esistente tra il Lungotevere e via di Ripetta, è stato inoltre ricavato un vasto piano semi-interrato, fiancheggiato dal Muro delle Res Gestae, unico elemento conservato del vecchio
padiglione. In questi spazi verranno realizzati una biblioteca, gli uffici di direzione e due grandi sale illuminate artificialmente, dove saranno esposti i frammenti non ricollocati nella
costruzione del 1938 e altri importanti rilievi della cosiddetta Ara Pietatis. A questi spazi, utilizzabili anche per mostre temporanee, si accederà sia internamente, sia tramite due ingressi
indipendenti a sud e nord di via Ripetta.
I materiali e le
tecnologie
Per la realizzazione del nuovo Museo sono state impiegate materie prime e realizzati impianti di assoluta qualità. La scelta dei materiali è finalizzata
all'integrazione con l'ambiente circostante: il travertino, come elemento di continuità coloristica, l'intonaco e il vetro, in grado di offrire una compenetrazione tra interno ed esterno, un
contemporaneo effetto di volume e trasparenza, di pieno e vuoto.
Il travertino proviene dalle stesse cave da cui fu estratto per la realizzazione di piazza Augusto Imperatore negli anni Trenta ed è lo stesso più recentemente
utilizzato da R. Meier per il Getty Center di Los Angeles e altre importanti opere architettoniche. La sua lavorazione "a spacco" e le caratteristiche stesse della pietra ne fanno un materiale
unico, prodotto con una tecnica messa a punto per lo stesso Meier.
L'illuminazione, sia interna che esterna, notturna e diurna impiega riflettori dotati di accessori anti-abbagliamento, filtri per la resa del colore e lenti che
circoscrivono e modulano la distribuzione del fascio luminoso in relazione alle caratteristiche delle opere esposte.
L'intonaco bianco Sto-Verotec, già materiale d'uso tradizionale, qui viene impiegato su pannelli di vetro riciclato di dimensioni finora mai usate in Italia. Si
caratterizza per l'estrema levigatezza, ottenuta attraverso sette strati di applicazione su rete vitrea e per la sua reazione "autopulente" agli agenti atmosferici.
Il vetro temperato che racchiude l'Ara è composto da due strati, ciascuno di 12 mm, separati da una intercapedine di gas argon e dotati di uno strato di ioni di
metallo nobile per il filtraggio dei raggi luminosi. La sua tecnologia, studiata per ottenere un rapporto ottimale tra resa estetica, trasparenza, fonoassorbenza, isolamento termico e filtraggio
della luce, si spinge al limite delle attuali possibilità tecniche.
Il microclima interno è affidato ad un complesso impianto di climatizzazione che risponde a due essenziali requisiti: essere il più discreto possibile rispetto
all'architettura circostante e reagire in tempi brevi a cause perturbanti le condizioni termiche e di umidità. Una serie di ugelli crea una cortina d'aria che lambisce le grandi vetrate,
impedendo fenomeni di condensazione e stabilizzandone la temperatura. A questo è stato associata l’alta tecnologia del sistema a pannelli radianti Seppelfricke SD: una fitta rete di tubi in
polietilene reticolato elettronicamente sotto il pavimento e percorsa, secondo la necessità, da acqua temperata calda o fredda, al fine di creare condizioni climatiche ideali: assenza di polveri
sospese dovute a moti convettivi dell’aria, sensibile diminuzione di acari, rispetto dell’ambiente grazie al forte risparmio energetico, climatizzando di fatto solamente i volumi nei quali sono
presenti i visitatori.
Il grande salone dell'Ara è servito, inoltre, da un sofisticato impianto che consente la circolazione di aria con elevato grado di filtraggio anche in condizioni
di affollamento due volte superiori al massimo previsto.
Altre
informazioni
Trovati i resti dell'Ara Pacis Augustae nell'area del Campo Marzio e ricostruita lungo via Ripetta nel 1938, Mussolini ordinò la realizzazione di un padiglione
temporaneo che la esponesse. La piazza risultante, non garantendo un'ariosa prospettiva verso il Tevere e non contestualizzandosi e a causa della fioca illuminazione notturna, non fu frequentata,
se non per parcheggio.
In vista del Giubileo del 2000, il sindaco Francesco Rutelli incaricò lo studio Richard Meier&Partners Architects della progettazione di un complesso museale
per far risaltare l'Ara Pacis. Nella primavera del 1997 ci fu la pubblicazione del progetto preliminare su Zodiac e il 1998, dopo la Conferenza dei servizi, il progetto si avviò, con
l'approvazione dell'esecutivo nel maggio del 2000. Dalla prima pubblicazione del progetto nel 1997, l'esecutivo venne approvato nel maggio del 2000.
Il 22 maggio 2002 il cantiere venne avviato e affidato all'italiana Maire Engineering. Si iniziò con la realizzazione, a ridosso del lungotevere, di una paratia
con 152 pali circolari trivellati in cemento armato. Il 5 novembre fu modificato il progetto esecutivo delle fondazioni, stabilendo l'articolazione della struttura in tre settori indipendenti.
Dopo la revisione nel 2004, la costruzione della struttura di copertura avvenne con speciali travi prefabbricate, e alla fine dell'anno fu montata la copertura. Il 21 luglio del 2005
l'installazione del curtain-wall della teca iniziò, con montanti e travi d'acciaio coperti da profili di alluminio termolaccato di colore bianco. Seppur non completata, l'inaugurazione dell'opera
fu il 21 aprile del 2006 (Natale di Roma) e i lavori terminarono mesi più tardi dopo la sistemazione della fontana, del grande tronco di cono inclinato per il lucernario, della colonna obelisco e
degli interni dell'auditorium.
All'esecuzione dei lavori e alla direzione artistica vi fu l'architetto neozelandese Nigel Ryan, insieme a Meier, direttore dei lavori fu l'architetto Dario
Grasso; l'ingegnere Marco Lozzi fu direttore operativo nel cantiere; l'ingegnere Giorgio Caloisi si interessò delle questioni statiche del primo progetto esecutivo; gli architetti Maurizio
Cagnoni e Gennaro Farina e l'ingegnere Umberto Contadini furono responsabili del procedimento; l'ingegnere Mario Britagnolo fu il consulente strutturale dell'impresa di costruzione.
La copertura fu realizzata dalla società Cordioli&Co., dopo un subappalto; gli intonaci dalla società Bazzea e la facciata da Teleya, dopo che Metrai
produsse i profili di rifinitura disegnati da Richard Meier&Partners.
Dedico questo Post alla mia città - Roma
Una ricostruzione della policromia dell'Ara Pacis, una visione diversa e più realistica di Roma - @Roma Sotterranea |
Immagini:
@Richard Meier, @ Roma Sotterranea
Foto:
Scattate da me, @Richard Meier, @Thomas Meyer, @Repubblica, @visitlazio
Commenti
I tuoi articoli sono sempre molto belli.
RispondiEliminaMarisa83
Danke Marisa83, mi fa sempre piacere ricevere un tuo commento!
EliminaViaggiare serve a volere più bene al luogo in cui siamo nati; solo chi è vissuto in una splendida città come questa sa che si prova quando vi si fa ritorno.
EliminaLe tue parole sono esattamente quello che sento
EliminaBuongiorno, mi sono trovato in questo blog sfogliando tra una pagina e l'altra e penso... Che fortuna e quanto piacere mi dà nel leggere questi post scritti con cura, cosi interessanti e vivi di esperienza. Roma è una citta splendida che non ha eguali. Ho un ricordo vivo dopo 10 anni pur essendoci stato in vacanza per soli 20 giorni. Un posto magico immenso pieno di colori ed epoche che si incrociano l'una dopo l'altra lasciandoti senza fiato per la sua meravigliosa bellezza. Grazie Architetto on the road per avermi fatto rivivere quel sogno e complimenti per il tuo bellissimo blog. Non sono un amante dell'architettura ma il tuo blog è molto interessante. Sono contento di diventare un tuo follower.
RispondiEliminaAlberto58
Ciao Alberto 58 e benvenuto!! Sono molto contenta che ti piaccia il mio blog, questo è un articolo a me molto caro, amo la mia città e mi sento parte di essa. Spero che tu possa avvicinarti sempre di più al mio / nostro mondo dell'architettura perché è parte di noi e la viviamo. Mi fa molto piacere che mi seguirai.